“Giacomo Leopardi, attraverso la sua poesia e le sue opere, dà voce all’interiorità dell’uomo, porta in superficie i timori, le angosce, i rapimenti, le riflessioni, le speranze che ci pongono quali protagonisti dell’esistenza.
Anche di fronte alla drammatica consapevolezza della fragilità e impermanenza dell’esistenza, al poeta (e dunque all’uomo) è data la possibilità di porsi quale soggetto che sente, percepisce, soffre, sogna, spera, e di dire anche il proprio smarrimento di essere umano.
Al mondo “là fuori” e alla vita “qui dentro”, l’uomo risponde commuovendosi, disperandosi, cercando, creando.
Leopardi ha “risposto” al mondo e alla vita con la sua voce, segnalandoci che esiste un’altra realtà, quella dell’interiorità, della riflessione, aprendoci una strada.
Ed è la coscienza di questo vibrare, di questo non essere materia inerte, di questo avere un’anima che sente e risponde, che Giacomo Leopardi acquisisce “per noi tutti”, invitandoci a sedere accanto a lui e a provare tutta la struggente dolcezza del naufragare nel mare dell’infinito.
Lasciando un segno prezioso nella nostra storia, aprendoci alla speranza del sentire - pur nel suo, cosiddetto, pessimismo - come può non essere uno di noi ?”
L.G.
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Nasce una tenerezza
intorno al vecchio Colle,
parole ancora vive
gentili, come miele.
Le mura sono varchi,
le siepi son finestre,
il cielo un libro aperto
il cuore navicella.
Tutto qui parla di te,
inquieto marinaio,
di visioni sovrumane
e inenarrabili silenzi.
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Era di Montemorello
Rendiamo omaggio al tuo ricordo,
ai tuoi paesaggi,
ma ancora di più
al respiro della tua anima.
I migliori tra noi
si affacciano di notte,
a disvelar la luna ...
E ci sovvien l'eterno ...
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"I fanciulli trovano il tutto nel nulla,
gli uomini il nulla nel tutto"
Giacomo Leopardi
(dallo "Zibaldone")
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Il testo e le poesie sono di Luciano Galassi